Un pianeta senz’acqua

Questo libro di Fred Pearce, un giornalista inglese che si occupa da anni di ambiente, scienza e sviluppo, pur essendo datato, nel senso che è uscito più di dieci anni fa, è ancora molto attuale e particolarmente interessante soprattutto per chi opera nell’ambito dell’uso attento ed efficiente della risorsa acqua. Il suo è un lungo viaggio in diverse parti del mondo, quali Cina, India, Africa, Australia, Israele, Cisgiordania, ex Unione sovietica e Stati Uniti, ricco di interviste a responsabili di autorità di gestione dell’acqua ed enti di ricerca, che spiega come, in molti casi, la gestione dei grandi fiumi, soprattutto per l’uso dell’acqua in agricoltura, attraverso le grandi opere quali le dighe, non ha sortito gli effetti voluti, ma anzi, ha addirittura impoverito da un punto di vista ambientale ed economico i territori e le popolazioni rurali coinvolte.
In molti casi sono inoltre le esondazioni dei fiumi hanno provocato danni materiali incalcolabili in aree molto estese e numerosi morti, sono poi andati persi o sono stati compromessi immensi territori che avevano elevate valenze ambientali relative alla biodiversità ed una elevata produttività di biomassa ad uso alimentare soprattutto di tipo ittico.
Cosi come sono state compromesse in molti paesi le riserve di acqua fossile sotterranea, mediante l’uso massiccio dei prelevamenti ad uso agricolo.
Non mancano una serie di esempi di antiche tecniche di gestione dell’acqua quali ad esempio i qanat orientali, o altri sistemi indiani, che oggi vengono nuovamente considerati importanti per il recupero e l’utilizzo dell’acqua in aree desertiche o dove sono falliti i grandi progetti di irrigazione.
Tra le indicazioni e osservazioni a mio avviso più importanti che fa l’autore perché l’acqua è un diritto di tutti ne segnalo quattro : nei paesi aridi probabilmente è il caso di abbandonare la coltivazione intensiva di colture che consumano molta acqua quali il cotone, il riso e la canna da zucchero, è importante recuperare in tutti i modi l’acqua piovana, è necessario investire in sistemi di irrigazione che consentano “più raccolto per goccia”, è necessario ritornare a dare ai grandi fiumi gli spazi che gli abbiamo tolto incanalandoli per una parte del loro percorso.
Sarebbe infine molto interessante fare nuovamente il viaggio dello scrittore per capire oggi che cosa è successo e cosa è cambiato nei diversi paesi visitati.